giovedì 2 maggio 2013

Furari - Sulle orme del vento

Furari - Sulle orme del vento
Jiro Taniguchi
Rizzoli-Lizard
Brossura con alette, 17x24, 216 pp. B/N
€ 17,00



Un pensionato baby con un sacco di tempo libero decide di farsi delle gran passeggiate. Invece che andare a guardare i cantieri che lavorano, si mette a contare i propri passi per tracciare una mappa della città.
E' a tal punto solerte e motivato che l'imperatore gli dice: "Ma perché non te ne vai a misurare tutto il Giappone?" e fu così che il pensionato passò il resto dei suoi anni scarpinando su e giù per il paese.

Questa più o meno la storia di Ino Tadataka, protagonista di questo fumetto.

Taniguchi però ci mette del suo ed immagina che Tadakata avesse un formidabile spirito di immedesimazione con gli animali che vedeva intorno a sé, al punto di ritrovarsi immerso in vertiginosi sogni ad occhi aperti in cui attraversava i cieli in volo con i nibbi e le libellule, parlava coi ciliegi, passeggiava sui tetti come i gatti, scarpinava con le formiche fra foreste di steli d'erba e nuotava nei fossi con le tartarughe.

A me Taniguchi piace. Credo di aver comprato tutto ciò che di suo è stato pubblicato in Italia. Quindi mi permetto di scherzare con un po' di affetto. Questo fumetto ripropone alcune caratteristiche tipiche dell'autore: la calma, la lentezza, l'attenzione a ciò che ci circonda, il silenzio, la fantasticheria. Tutto questo però, calato sulle vicende di Ino Tadataka, lo fa sembrare una specie di fricchettone ante-litteram, incline alle sbornie di sakè ed ai trip lisergici, con un risultato se vogliamo suggestivo ma anche piuttosto strampalato. Ne guadagna certamente in simpatia, questo strano personaggio che io invece mi immagino molto più pragmatico, determinato, puntiglioso. Non riesco ad immaginare altrimenti una persona che decide di misurare l'intero Giappone a piedi! Un figlio dei fiori non sarebbe riuscito a compiere un'impresa così imponente.

La visione di Taniguchi è leggera e poetica. E' comunque piacevole da leggere, anche quando trasforma un ragioniere in un poeta.

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