giovedì 24 gennaio 2013

Il cacciatore di aquiloni

Il cacciatore di aquiloni
Tommaso Valsecchi, Fabio Celoni e Mirka Andolfo
Edizioni Piemme

Brossura con alette, 17x24, 136 pp. Colori
€ 9,90


Non ho letto il romanzo.
Non ho visto il film.
So solo che hanno avuto un grande successo e che sono piaciuti molto ad alcuni miei conoscenti.
Ciò che mi ha spinto a comprare il fumetto è stata la curiosità per i disegni di Fabio Celoni, un artista che avevo già visto all'opera su Topolino e Dylan Dog e che mi aveva molto meravigliato per la capacità di affrontare in modo tanto diverso i due personaggi.

Questo fumetto si è rivelato però una grossa delusione.
Non certo per colpa di Celoni, che anzi fa bene la sua parte. Nei suoi lavori in bianco e nero ha la tendenza ad appesantire molto le chine e rendere le vignette poco leggibili, caratteristica che scompare completamente in queste tavole pensate per il colore. No, casomai la pecca della parte grafica sono proprio i colori di Mirka Andolfo, troppo "sfumacchiosi", che danno un fastidioso effetto per niente realistico, ovattato. Ma anche questo non sarebbe un gran difetto: per la parte grafica l'albo ottiene tranquillamente una buona sufficienza complessiva.

Quel che proprio non ho digerito sono stati la trama ed il suo sviluppo: il protagonista bambino imbelle e vigliacco che maltratta ingiustamente un amico fraterno, il protagonista adulto che non sa superare il rimorso, i casi della vita che imbastiscono un percorso di redenzione implausibile ed una fastidiosa quadratura del cerchio che suggerisce un finale pacificato, con la colpa espiata per interposta generazione. Il tutto trattato in modo fugace, superficiale, senza alcun vero approfondimento psicologico e senza anche solo il tempo (le pagine) per giustificare certi snodi di trama che appaiono frettolosi ed insensati.

Si potrebbe obliterare la questione richiamando l'ovvia difficoltà di trasporre a fumetti un romanzo, cosa che impedisce di mantenere la profondità delle descrizioni e delle riflessioni della parola scritta, dovendola condensare in un numero minore di pagine, dedicate più all'illustrazione che non a dialoghi e didascalie.

Ma c'è un fatto curioso che stuzzica la mia fantasia complottista: la copertina riporta come autore Khaled Hosseini, che ovviamente non ha niente a che fare col fumetto. Fabio Celoni e Mirka Andolfo compaiono in copertina, ma in posizione anomala, in basso, con una scritta che non si fa notare molto. Ma ancora peggio viene trattato lo sceneggiatore, Tommaso Valsecchi, il cui nome figura soltanto nella pagina dei "credits", quella che non legge nessuno tranne i pignoli come me.
Come mai questo tentativo di occultare lo sceneggiatore? E' senz'altro una cosa anomala nel mondo del fumetto.

Il mio sospetto è che la casa editrice abbia pianificato un'operazione commerciale non molto convinta, puntando solo sullo sfruttamento di un titolo famoso. Questo sarebbe in linea con la copertina, che tende a mimetizzarsi con quella del romanzo ed a dare uno spazio minimo ai veri autori del fumetto.


Boh, forse mi sono fatto prendere la mano da Giacobbo.
Anzi, a leggere le parole dello stesso Valsecchi (clicca qui), pare che i fatti si siano svolti proprio al contrario di come ho immaginato io!

Eppure...

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